Processo Ruby Berlusconi appello, Franco Coppi "Il rapporto sessuale non è stato dimostrato"
“Non è stato dimostrato il rapporto sessuale” tra Silvio Berlusconi e Ruby, e sono state usate “scorciatoie probatorie” per sostenere che l’ex premier fosse a conoscenza del fatto che la ragazza “fosse minorenne”. È in sintesi quanto ha sostenuto nella seconda parte della sua arringa l’avvocato Filippo Dinacci che insieme a Franco Coppi difende Silvio Berlusconi al processo d’appello sul caso Ruby. Il legale, ha affermato che “da questa impostazione probatoria non ci sono elementi per cui si può condannare”, e ha aggiunto che “in questo processo bisogna prendere con le pinze tutto”.
Secondo il difensore, inoltre, la sentenza di primo grado “non può funzionare” in quanto ha tentato di arrivare a “un concetto di prostituzione tramite la definizione di serate allegre. Ci vuole qualche elemento in più – ha detto – e bisogna dimostrare che in queste serate allegre ad Arcore c’era Ruby, e che lei era parte attiva. Bisogna dimostrare – ha continuato – che Ruby vi ha preso parte, perchè se aveva solo assistito non c’è prostituzione”. “Qui ci sono solo presunzioni, non c’è prova e non si può condannare su questi presupposti”.
Per il difensore la sentenza del tribunale con cui Berlusconi è stato condannato a sette anni di carcere, “è chiaramente in difficoltà su tutto, ed è caratterizzata da scorciatoie probatorie” anche per quanto riguarda il fatto che l’ex premier sapesse della minore età della ragazza in quanto “si deve presumere che Emilio Fede, visti i rapporti di amicizia con Berlusconi, non abbia taciuto”. “Se ci muoviamo in questa direzione e se accettiamo questi meccanismi induttivi – ha sottolineato – ci allontaniamo dalla prova. Pertanto chiediamo l’assoluzione dell’imputato”. Repubblica.it
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